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Nell'ultima foto da Sinistra il Generale Richero, Presidente Associazione Nazionale Carabinieri, il Generale Guido Bellini Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Roma e Lucio Tafuri . A destra il Generale Ceniccola Vice Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, ed il Generale Piccirillo Capo di Stato Maggiore dell'Arma dei Carabinieri, subito dopo la presentazione dell'affresco nella sede dell'Arma dei Carabinieri a Roma, il 28 Maggio 2002.
E come sempre è la realtà a ispirare Tafuri, la realtà di una tragedia contemporanea, quella di migliaia di profughi che, nella speranza di una vita migliore, sbarcano sulle nostre coste dopo viaggi massacranti. Tradizionalmente legato all'Arma (il padre Clemente è l'autore del celebre Salvo d'Acquisto e di altre opere ispirate a gesta eroiche di uomini della Benemerita), con questo dipinto Lucio Tafuri ha voluto mettere in risalto il carattere sociale del lavoro dei carabinieri, il loro impegno in un'operazione di soccorso che rinnova l'umanità ma ribadisce l'idea della protezione, del controllo, della sicurezza.
Due carabinieri sono impegnati nel soccorrere e ristorare una donna appena sbarcata. Uno si appresta a rifocillarla, l'altro, un carabiniere semplice, inequivocabilmente simbolo di tutta l'Arma, ci comunica la severità, il dovere innanzitutto sociale e l'umanità che segnano non solo l'impegno in quella determinata operazione, ma quello che si rinnova in ogni lavoro in cui sono coinvolti.
Sullo sfondo centinaia di altri profughi, il cielo plumbeo, la nave grigia e minacciosa, il mare che riflette i colori di una giornata che ha visto infrangersi i sogni di centinaia di uomini e donne. Il luogo della vicenda non è definito, e non è importante. Ma alcuni sprazzi di luce illuminano le rocce, riscaldano l'inverno. E' la luce del gesto, il dovere dell'umanità che si spoglia di ogni concetto politico e assume un carattere cristiano. L'eroismo dei due uomini è quello forse più alto: la testimonianza del dovere nella quotidianità, nella protezione dei più deboli indipendentemente dalle circostanze e dalla storia. E proprio per questo Sole d'inverno è un'opera che si differenzia dalle altre che hanno celebrato l'Arma dei Carabinieri. Il suo messaggio è universale, prima di tutto umano. I due giovani carabinieri sono messi a confronto con se stessi, con la propria identità di uomini, dinanzi a una tragedia. E la risposta è l'aiuto, il calore, quella luce di cui abbiamo appena parlato. Tafuri resta tra i pochi rappresentanti di una visione dell'arte rispettosa delle proprie forme e dei valori che presuppone. E in questa opera va ben oltre la celebrazione, il semplice racconto. La pittura figurativa, ma anche l'arte senza etichette, deve la giusta riconoscenza all'impegno di questo artista, alla sua ricerca. E' magia, forse. Capacità rara di riunire la grande tradizione con l'umanità più prossima. Con la vita di tutti noi.


 

Da "Cronache del Mezzogiorno" - Salerno


 

"...come una ventata di aria fresca, fa palpitare la tela dando alla figura, con naturale lirismo, l'analisi estetica che solo l'artista autentico sa discernere."

"Oggi Tafuri si propone a noi con opere che dimostrano la scioltezza pittorica del suo operare: artista completo, ma soprattutto notevole ritrattista, i suoi lavori sono commissionati da istituzioni di rilievo e importanti famiglie."

Da "Il Secolo XIX"


 

"Ma in Tafuri è una personalità assai spiccata. Egli propone solo alcuni ritratti che hanno una forza d'espressione e di penetrazioni così viva che, senza dubbio risultano opere di pittore d'alto valore. Quello di Tafuri non è il ritratto per il ritratto, ma è la scoperta di un aggiornamento di uno stato interiore, che deve risaltare e risultare dal volto, dalla figura, dalla composizione."

Da "L'eco di Bergamo"


 

"Una pittura suadente, la sua, che muove da un amore pel vero e s'esprime attraverso periodi densi di calda poesi, ritmati da un colore soffuso, spolverato di acceso e talvolta velato lirismo. Giuoco di tavolozza, infine, che mostra come Tafuri abbia il senso magico d'un vero trasfigurato, d'una incisività frutto non già di effetti 'voluti', bensì di quanto scaturisce dal connnubio felice di arte-poesia."

Da "Il corriere di Roma"


 

"Ognuno dei personaggi che incontriamo su queste grandi tele è compiutamente rivelato in quella verità umana che il pittore sa penetrare così bene per far conoscere a noi quello che in ogni creatura che incontriamo, tutte accomuna in un'unica ansia nel mistero dell' esistenza. E questa arte non può essere accettata nel limite di un periodo di tempo, ma viene inserita nella storia dell'uomo di ieri e di domani per quelle verità che contiene e che sono eterne."

Da "Bazar alta classe"